Articolo di Maurizio Buzzegoli, Emanuele Baciocchi, Massimo Lensi apparso su Notizie Radicali il 13.01.2014
Il 9 gennaio scorso, Matteo Renzi ha accettato la ricandidatura a sindaco di Firenze, e già si rincorrono voci di eventuali candidature, illustri e meno illustri: tutti pronti a far diventare il capoluogo toscano un solido esperimento da laboratorio dimenticandosi dei veri problemi della città. Fino a questo momento, unilateralmente, lo strapaese politico ha pensato solo alle primarie, ai candidati a perdere in cambio di poltrone. Una città da sempre sottomessa ai vecchi rancori e a cercare di fare numero nelle assemblee cittadine. Ma nessuno che fino ad oggi abbia messo in piedi programmi: solo fantasie o strumentali ipotesi.
In pochi hanno pensato ai margini delle attese sociali: disabilità, terza età e malattia, a quel sistema di degrado istituzionalizzato che è il carcere. E a Firenze, in periferia, sorge uno dei carceri più drammaticamente degradato e sovraffollato d’Italia: Sollicciano.
Il già debole sistema sociosanitario è ormai al collasso e le politiche ambientali latitano. Firenze è una città sotto assedio, i partiti hanno sviluppato nel tempo una normale attitudine al consociativismo e alla formazione di una politica che mai affronta i problemi. E’ stata la città ideologica di Mario Fabiani e la “Gerusalemme terrena” di Giorgio La Pira e dei suoi errori urbanistici; è stata anche la città dell’alluvione del ’66 di Piero Bargellini e dello sviluppo caotico e incontrollato di Alessandro Bonsanti e Lando Conti, ucciso dalle Brigate Rosse. E’ stata, infine, la città della dimenticanza di Mario Primicerio e del Piano Strutturale infinito di Leonardo Domenici. E’ la città di Matteo Renzi, e come disse Totò: ho detto tutto. Non è un caso che della golden share o della messa in discussione delle partecipate in genere, a partire dalle municipalizzate Renzi non ne parli, lui le occupa. Perché il discorso lui l’affronta dalla parte del cambiare “chi fa cosa” e non del valutare se il “cosa si fa” è opportuno farlo. E’ così che il sistema Firenze non è diverso dal sistema di qualsiasi città: cambiano per l’appunto le persone ma non l’occupazione dello Stato.
Eppure, Firenze, avrebbe bisogno di respirare aria di vera politica, lasciandosi alle spalle quelle amministrazioni che grazie al sottopotere e alla spartizione dei luoghi decisionali hanno occupato la città sulle spalle dei cittadini e dei loro bilanci familiari.
Pensiamo a un sistema di governo cittadino che sia capace di andare oltre gli spot elettorali e le rottamazioni politiche. Un governo che ristabilisca la centralità nella sobrietà e nella concretezza dell’amministrare. Pensiamo ad un sistema di governo cittadino che si basa sulla trasparenza e sulla vera partecipazione. Pensiamo ad un sistema le cui riforme su temi come economia, cultura, politiche sociali, ambiente e trasporti non siano mirate ad adulazioni personalistiche ma direttamente al benessere dei fiorentini.
Proprio per questo, a Firenze oggi occorre quel patrimonio di alternativa politica di cui solo la cultura laica, riformatrice, liberale quindi radicale è depositaria. Un patrimonio che a Firenze non ha mai avuto il coraggio di uscire allo scoperto e di assumersi la responsabilità del governo cittadino.
Maurizio Buzzegoli,
Segretario Ass. Radicale “Andrea Tamburi” e membro della Giunta Esecutiva di Radicali Italiani
Emanuele Baciocchi,
Tesoriere Ass. Radicale “Andrea Tamburi” e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Massimo Lensi,
Consigliere provinciale radicale e membro della Direzione di Radicali Italiani
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