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Nelle ultime settimane nelle carceri toscane sono avvenuti due suicidi: il 21 settembre nel carcere di Grosseto e il 22 in quello di Lucca.
 
A questi due tragici episodi, si aggiunge quello, lo scorso agosto, di un poliziotto della polizia penitenziaria che si è tolto la vita nel carcere di Massa.
 
Una vera e propria tragedia che certifica la perdurante illegalità delle nostre strutture penitenziarie e l’inadeguatezza delle Istituzioni a gestire una situazione incancrenita.
 
Proprio per questo, la mattina di sabato 1º ottobre, a partire dalle ore 11.00, manifesteremo davanti la sede della Regione Toscana (via Cavour, Firenze) per chiedere di attivare immediatamente le strutture sanitarie territoriali per evitare il proseguire delle morti in carcere e affinché, anche all’interno del carcere, si possano godere gli stessi (pochi) diritti sanitari di tutti i cittadini.
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Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’Associazione radicale di Firenze “Andrea Tamburi”.

Firenze, 07/01: “E’ proprio vero: il pianeta carceri è un mondo a parte. Nascosto e impenetrabile. Solo dopo la visita natalizia al carcere fiorentino di Sollicciano della delegazione radicale guidata da Marco Pannella e Rita Bernardini sono venuti a galla tutti i problemi: strutturali e infrastrutturali. Docce marmate, vitto scadente, riscaldamento assente, infiltrazioni: in altre parole problemi inerenti alla dignità di chi vi deve operare e del condannato nello svolgimento dell’esecuzione di pena. Pena, che, ricordiamo, dovrebbe essere finalizzata al reinserimento sociale e non a forme più o meno indirette di vendetta sociale mediante trattamento inumano e degradante.

Non sta a noi risolvere questi problemi; il nostro compito è quello di indicare una via percorribile e condannare il giochino del rimpallo di responsabilità a cui stiamo assistendo. Nascondersi dietro a un dito non è dignitoso quando è in gioco uno degli aspetti più delicati del nostro vivere civile.

Noi chiediamo semplicemente che il carcere di Sollicciano venga chiuso e dismesso. Questo non vuol dire che i detenuti debbano essere trasferiti in altre strutture penitenziarie aggravando così  il problema strutturale del sovraffollamento. Chiediamo piuttosto che si presti attenzione a un veloce processo di decarcerizzazione, coinvolgendo la magistratura di Sorveglianza e rafforzando il UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna). Un processo che può essere realizzato dando concreta attuazione al sistema dell’esecuzione penale esterna, previsto nel nostro ordinamento, come misura alternativa alla detenzione. Un sistema di “probation”  già presente in numerosi Paesi europei (Regno Unito, penisola Scandinava, Belgio, Francia, Austria, Portogallo, Germania).

Chiediamo inoltre che nell’immediato sul carcere di Sollicciano si formi un tavolo di coordinamento straordinario con tutti i soggetti coinvolti: dalla direzione dell’istituto fiorentino agli enti locali, dall’associazionismo carcerario alla regione Toscana.

Affinché di Sollicciano non ci si dimentichi, noi radicali fiorentini intanto diamo un primo appuntamentoo. Sabato alle ore 11 saremo di fronte alla presidenza della Regione Toscana in piazza Duomo per chiedere che sia finalmente realizzato anche a Firenze l’istituto a custodia attenuata per madri detenute (ICAM). Promesso nel 2010 e mai portato a termine.”

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