RADICALI, TIBET: LIBERTÀ PER IL TIBET E DEMOCRAZIA IN CINA. IL DOCUMENTO DEI RADICALI FIORENTINI.
10 marzo 2016 di radicalifirenze
Firenze, 10/03/2016: Il 10 marzo è una data importante per i tibetani e non solo per loro. Il 10 marzo 1959 l’intera popolazione di Lhasa, capitale del Tibet, reagì all’occupazione cinese e scelse la nonviolenza come metodo di lotta e partecipazione popolare. La reazione cinese fu una brutale strage di civili: migliaia di donne, uomini e bambini furono trucidati dall’esercito di liberazione (sic!) del popolo.
A distanza di 57 anni, la tragedia del popolo tibetano è ancora viva, ma lontana la soluzione. Il XIV Dalai Lama continua a invocare l’autonomia amministrativa del Tibet all’ interno della Repubblica popolare cinese. Altri autorevoli esponenti tibetani spingono, invece, per la piena indipendenza. Due differenti interpretazioni della tragedia tibetana che invocano entrambe una soluzione in tempi brevi. Una soluzione che, in estrema sintesi, può essere riassunta nella richiesta di maggiore democrazia in Cina, una Paese che ha allargato le libertà economiche senza garantire allo stesso tempo quelle civili. Una richiesta che dovrebbe essere patrimonio politico delle istituzioni dei Paesi democratici, molte volte impaurite e sottomesse alla prepotenza economica della Cina.
I radicali fiorentini dell’Associazione Andrea Tamburi hanno approvato alla conclusione del congresso che si è svolto sabato scorso un documento sul Tibet. Nell’occasione del 10 marzo lo inviamo alla stampa.
A questo link, il testo del documento approvato.
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