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Una delegazione del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e dell’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” si recherà al cimitero di Trespiano per rendere omaggio ad Ernesto Rossi. Alle ore 11 Rita Bernardini, membro della presidenza del PRNTT, e i radicali fiorentini Massimo Lensi, Maurizio Buzzegoli e Emanuele Baciocchi deporranno un cuscino di fiori presso il cippo funerario di Ernesto Rossi.

Ernesto Rossi, antifascista, economista, collaboratore del Mondo di Mario Pannunzio, è stato, con Altiero Spinelli, l’estensore del Manifesto di Ventotene. Nel 1955, insieme ad altri esponenti del mondo laico e liberale italiano, dette vita al Partito Radicale, unica alternativa alle forze politiche tradizionali, Democrazia Cristiana e Partito Comunista in primo luogo.

Ricordando il grande valore del pensiero politico di Ernesto Rossi, i radicali Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli dichiarano: “Il pensiero di Ernesto Rossi è quanto mai attuale. La sua lotta contro i monopoli di Stato e per l’elaborazione federalista volta alla creazione di una Europa veramente unita, la sua azione laica in economia e il suo pensiero anticlericale lo resero protagonista del pensiero politico italiano e sono ancor oggi riferimenti fondamentali per contrastare le derive nazionaliste e fondamentaliste. L’associazione radicale di Firenze, che fino al 2000 portava il suo nome, lo ricorda anche per la sua grande amicizia con Marco Pannella e come fondatore del Partito Radicale”.

Nella foto: Marco Pannella dopo aver deposto un fiore sulla tomba di Ernesto Rossi a Trespiano il 9 febbraio 2013.

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Firenze, 01/10: Questa mattina si è svolta davanti al Consiglio regionale della Toscana la manifestazione organizzata dai radicali fiorentini dell’Associazione “Andrea Tamburi” per chiedere al governatore della Regione Enrico Rossi di prendere in mano la situazione e affrontare i problemi delle carceri toscane direttamente con i sindaci e i direttori delle Asl interessate. I recenti suicidi avvenuti negli istituti di Lucca, Sollicciano e Grosseto riportano alla luce la situazione preoccupante negli istituti penitenziari della Toscana, dove i casi di autolesionismo e i tentati suicidi raggiungono le cifre più alte registrate in Italia. Sappiamo infatti che assicurare la salute in carcere significa assicurare il benessere fisico e psichico, ma così purtroppo non accade: il 32% della popolazione carceraria soffre di disturbi psichiatrici, il 27-30% è tossicodipendente.
Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli: “noi crediamo che le parole del governatore toscano Enrico Rossi siano un segnale importante che, con la manifestazione intendiamo sostenere. Auspichiamo che la risposta dei Comuni e delle ASL  sia veloce e si possa fare un piccolo passo in avanti per migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri toscane. Crediamo anche che questo sia solo il primo passo in una lunga strada che porti finalmente le Isitutizioni a farsi carico con la dovuta responsabilità di un problema, che qualcuno vorrebbe ridurre a fatto umanitario, ma che è invece di tutta evidenza un problema politico, sociale e istituzionale.  In questo senso sarebbe quanto mai auspicabile che il Governatore Rossi e la Regione Toscana  decidessero di far propria questa visione, aderendo alla marcia per l’amnistia dedicata a Marco Pannella e Papa Francesco, è convocata per il prossimo 6 novembre.”
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Nelle ultime settimane nelle carceri toscane sono avvenuti due suicidi: il 21 settembre nel carcere di Grosseto e il 22 in quello di Lucca.
 
A questi due tragici episodi, si aggiunge quello, lo scorso agosto, di un poliziotto della polizia penitenziaria che si è tolto la vita nel carcere di Massa.
 
Una vera e propria tragedia che certifica la perdurante illegalità delle nostre strutture penitenziarie e l’inadeguatezza delle Istituzioni a gestire una situazione incancrenita.
 
Proprio per questo, la mattina di sabato 1º ottobre, a partire dalle ore 11.00, manifesteremo davanti la sede della Regione Toscana (via Cavour, Firenze) per chiedere di attivare immediatamente le strutture sanitarie territoriali per evitare il proseguire delle morti in carcere e affinché, anche all’interno del carcere, si possano godere gli stessi (pochi) diritti sanitari di tutti i cittadini.
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Giovedì 8 settembre alle ore 18.45 presso la Festa nazionale di Liberazione (Giardini dell’Obihall, lungarno Aldo Moro nr. 3 – Firenze) si terrà una conferenza sulle esperienze di legalizzazione della cannabis con Maurizio Acerbo (segreteria nazionale PRC), Osvaldo Giovannini(Comunisti in erba), Tommaso Grassi (consigliere comunale del gruppo “Firenze riparte a Sinistra”) , Luca Marola (autore di “Legalizzare con successo”). Introduce e coordina Monica Sgherri (Segreteria nazionale PRC).
All’ incontro parteciperà RITA BERNARDINI.
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Dichiarazione di Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, dell’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” di Firenze.

La lunga storia per la realizzazione dell’Icam (Istituto a custodia attenuata per madri detenute) è di quelle che lasciano senza parole. Documenti siglati, soldi stanziati, protocolli d’intesa e comodati d’uso firmati. Una cospicua quantità di carte e firme caduta apparentemente nell’oblio. Nell’attesa, l’immobile individuato in via Fanfani è preda del degrado. Ora perfino il Dap ha auspicato la realizzazione della struttura, come riportato in comunicato stampa del 26 agosto (in allegato), eppure ancora c’è chi di fare l’Icam a Firenze non ne vuole sentire parlare. E onestamente ci chiediamo perché?

Questa novella dello stento, nella quale a farne le spese son come sempre soprattutto gli ultimi, va avanti dal 2010 e rischia ormai di coprire di ridicolo le istituzioni territoriali fiorentine e toscane allungando la lista degli impegni sottoscritti e disattesi. Pacta sunt servanda dicevano gli antichi, e a una Firenze protesa alla tutela della propria tradizione storica riscoprire il dovere di onorare i patti e la propria civiltà giuridica non può fare che bene.

Comunicato Dap, 26 agosto 2016

In relazione ad alcuni articoli di stampa apparsi in questi giorni su diversi quotidiani della regione Toscana, che manifestano preoccupazione in ordine alla possibile mancata realizzazione di un Icam presso la città di Firenze, è opportuno fare chiarezza sulla posizione dell’Amministrazione penitenziaria centrale che, già nel mese di gennaio del 2010, prima della promulgazione delle legge 62/2011 volta a tutelare il rapporto tra detenute madri e figli minori, sottoscriveva con diversi partner istituzionali – Presidente della Regione Toscana, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze, Presidente dell’Opera Pia Madonnina del Grappa e Presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze – apposito protocollo d’intesa.

Con tale atto, l’Opera Pia Madonnina del Grappa si è impegnata a concedere in comodato d’uso all’Amministrazione penitenziaria una villetta con giardino ed annessi edifici da destinare ad Icam, per l’accoglienza delle donne, imputate e/o condannate, con i propri figli al seguito.

La ristrutturazione dell’immobile è finanziata dalla Regione Toscana che, con apposite delibere del 2012 e del 2013 ha stanziato complessivamente la somma di 621.000,000 euro, messa a disposizione della Società della Salute (Sds), incaricata, dalla stessa regione, della realizzazione dei lavori, la cui conclusione è stimata per la fine del corrente anno.

In tal senso, pur apprezzando i suggerimenti di razionalizzazione che provengono dal territorio, questa Amministrazione continua a ritenere i diritti e gli interessi dei bambini, figli di persone detenute, prevalenti su ogni altra qualsiasi considerazione che vada a ritardare o rinviare il riconoscimento pieno e incondizionato di tale diritto, peraltro sancito da una legge dello Stato. In tal senso, pertanto, l’auspicio di questa Amministrazione è quello che i lavori presso la struttura dell’Opera Pia Madonnina del Grappa siano portati a termine nei tempi programmati e che, nelle more, le Autorità locali e la stessa Magistratura di Sorveglianza adottino provvedimenti, provvisori e preventivi, anche di comunità, affinché nessun bambino sia ristretto presso l’istituto penitenziario di Firenze Sollicciano.

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