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Di seguito, la lettera che l’associazione “Andrea Tamburi” ha inviato oggi, 5 dicembre, al Sindaco di Firenze con la richiesta di un incontro e dell’adesione al satyagraha di Natale.
Egregio Sindaco,
Firenze è la città del dialogo, per questo sentiamo il dovere di sollecitare la sua attenzione sull’inaccettabile privazione dello Stato di Diritto, del Diritto alla Conoscenza e della Giustizia nel nostro Paese.
La Ragione di Stato torna ad essere praticata, ad essere regola prevalente a scapito della Legge, minando le fondamenta dello Stato di Diritto, così come le Democrazie sono gravemente minacciate delle “democrazie reali”: l’urgenza di oggi, a livello locale, nazionale e transnazionale, è dunque il riconoscimento e l’attuazione delle norme che negli ultimi cinquant’anni sono state codificate dalla comunità internazionale.
Più in particolare, siamo obbligati ad occuparci delle drammatiche condizioni in cui versano i cittadini detenuti soprattutto per i trattamenti inumani e degradanti che sono costretti a subire: le quotidiane tragedie dei suicidi e degli atti di autolesionismo che incombono all’interno degli istituti penitenziari sono la diretta testimonianza di un problema che il nostro Paese non può tollerare.
Una realtà che attanaglia anche la Toscana e in particolare Firenze: undici morti in carcere, cinque dei quali per suicidio (1 a Lucca, 1 a Pisa e 3 a Firenze), due per overdose (entrambi a Firenze) e quattro per malattia.
Un preoccupante aumento del tasso di decessi, di violenza e di suicidi che si acuisce a causa della totale assenza di un livello assistenziale sanitario adeguato.
Questo è il quadro di trattamenti inumani nelle carceri sanzionato dalla Corte Europea per i Diritti Umani che ha rinviato a Maggio 2015 il giudizio in merito sullo Stato italiano considerando effettivi i “rimedi risarcitori” (8 euro per ogni giorno di tortura) approvati dal Parlamento. Ma a questo proposito proprio dalla Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, Antonietta Fiorillo è venuta la denuncia della sostanziale ineffettività e inapplicabilità di tali rimedi: su oltre 1200 domande presentate dalle persone detenute nei mesi scorsi solo una è stata accolta dal Tribunale della città di cui Lei è Sindaco.
Come caso paradigmatico della tortura carceraria abbiamo individuato Bernardo Provenzano (di cui chiediamo la decarcerizzazione): un uomo ormai incapace di intendere e di volere ma ancora costretto al regime del 41bis, nonostante la richiesta di revoca delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze.
E ancora più preoccupante è la sorte di centinaia di cittadini condannati all’ergastolo ostativo, al “fine pena mai”. Una pena inutile e crudele che non si sconta ma si subisce, una vera e propria “pena di morte nascosta” come la definì lo scorso 23 ottobre Papa Francesco.
Un quadro della situazione che ci obbliga a chiedere l’immediata introduzione del reato di tortura e la nomina di un Garante nazionale delle carceri.
Come Radicali siamo certi che provvedimenti combinati di amnistia ed indulto siano allo stato attuale di urgente necessità ad una riforma strutturale della giustizia atta a riportare il nostro Paese nell’alveo della propria legalità costituzionale e del diritto internazionale.
Queste motivazioni hanno indotto Marco Pannella ad iniziare un nuovo sciopero totale della fame e della sete e a lui si sono uniti centinaia di cittadini che hanno deciso di dare corpo alle parole contenute nel messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma anche a quelle pronunciate da Papa Francesco in occasione dell’incontro con i delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale.
Le chiediamo, signor Sindaco, di rappresentare Firenze in questa importante e indispensabile battaglia per la difesa dei diritti umani e della Giustizia, Le chiediamo un incontro con una delegazione radicale per coltivare insieme il principio paolino, adottato da Giorgio La Pira e spesso ribadito da Marco Pannella, dello “Spem contra Spes” ossia avere il coraggio di non abbandonare l’aspettativa, anche quando le circostanze concrete sono così avverse da indurre a perdere ogni speranza.
Maurizio Buzzegoli- Segretario Ass. per l’iniziativa Radicale “Andrea Tamburi”
Emanuele Baciocchi – Tesoriere Ass. per l’iniziativa Radicale “Andrea Tamburi”
Maurizio Morganti – Presidente Ass. per l’iniziativa Radicale “Andrea Tamburi”
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Firenze, 01/09: Questa mattina si é suicidato nella sua cella del carcere di Pisa un detenuto cecoslovacco: é il 28º caso di suicidio nelle carceri italiane, il 3º nelle carceri toscane dall’inizio del 2014. Sul caso sono intervenuti la Segretaria  di Radicali Italiani, Rita Bernardini, e Maurizio Buzzegoli, segretario dell’ Associazione “Andrea Tamburi” di Firenze: <<I proclami del Governo Renzi che ritengono di aver risolto il problema carcerario vengono sconfessati quotidianamente dalle tragedie che avvengono negli istituti penitenziari italiani: la morte per pena é una triste realtà che testimonia l’illegalità e l’inadeguatezza del nostro sistema penitenziario>>. Lo scorso 30 giugno Rita Bernardini, insieme a Marco Pannella e a centinaia di cittadini, ha intrapreso uno sciopero della fame, durato 43 giorni, con l’obiettivo, tra gli altri, di scongiurare le morti violente in carcere. << A più riprese, siamo stati obbligati da parte delle giurisdizioni internazionali a ristabilire la legalità e lo Stato di Diritto all’interno delle patrie galere -proseguono Bernardini e Buzzegoli- ma ad oggi si continuano ad ignorare le uniche due soluzioni in grado di risolvere immediatamente il problema, così come auspicato anche dal Presidente Napolitano: i provvedimenti di amnistia e indulto>>. Infine, i due esponenti radicali lanciano un appello al Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: <<Le carceri toscane sopravvivono nella continua emergenza: auspichiamo che, quanto prima, si riesca a convocare sul tema una seduta straordinaria del Consiglio regionale>>.

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COMUNICATO STAMPA

Firenze, 02/03:  Si è concluso ieri a Firenze il XIV Congresso dell’ Associazione per l’iniziativa radicale fiorentina “Andrea Tamburi” che ha visto, inoltre, la partecipazione del leader storico del Partito Radicale, Marco Pannella. Durante l’appuntamento sono stati discussi temi che vanno dalla rivolta ucraina alle future prospettive della città metropolitana ma soprattutto i lavori si sono concentrati sulla battaglia centrale dei radicali fiorentini per una riforma della giustizia che inizi dai provvedimenti di amnistia e indulto: infatti, già ieri, molti degli congressisti presenti hanno aderito al Satyagraha promosso a livello nazionale da Rita Bernardini e Irene Testa.

Alla Segreteria e Tesoreria sono stati confermati rispettivamente Maurizio Buzzegoli ed Emanuele Baciocchi, mentre, come Presidente è stato eletto Maurizio Morganti.

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Mercoledì 1°  gennaio 2014 a partire dalle ore 12.15 l’ associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” organizzerà al piazzale Michelangelo a Firenze un sit-in nonviolento per chiedere al Parlamento i provvedimenti di amnistia e indulto: così come organizzato su Ponte Vecchio nel luglio 2012, durante l’iniziativa verrà appeso lungo il terrazzo del piazzale fiorentino uno striscione lungo 8m recante la scritta “Amnistia”.amnistia_ponte_vecchio

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Il prossimo 25 dicembre verrà organizzata a Roma la terza marcia per l’amnistia. Aspettando Natale, a Firenze, continueremo a manifestare per la proposta di amnistia e indulto e a pubblicizzare al massimo la marcia, sperando di raccogliere tutte le adesioni per chi vorrà riconquistare lo Stato di Diritto : proprio per questo, il prossimo sabato, 14 dicembre, a partire dalle ore 10 faremo un walk-around sui marciapiedi del centro storico fiorentino, vestiti (per chi vuole) da babbo natale. Il ritrovo sarà in piazza San Marco per poi proseguire per via Cavour,via Martelli,piazza Duomo,via Calzaiuoli,piazza della Signoria,piazza San Firenze,via del Proconsolo per arrivare in piazza Duomo davanti alla sede della Presidenza della Regione.

 Vi informo,inoltre, che da Firenze noleggeremo un bus (o altro mezzo) per la giornata del 25,sperando di limitare i costi del viaggio: per questo vi consiglio fin da subito di inviare lo vostra prenotazione all’ indirizzo [email protected] specificando il numero di persone e i contatti.
Di seguito, il testo-appello della marcia di Natale:
Comitato Promotore Marcia di Natale 2013 per l’Amnistia, la giustizia, la libertà
Dopo il Messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano, dopo quanto affermato dalla Corte Costituzionale nelle motivazioni di una sua recente sentenza, non ci sono più alibi per non fare ciò che è un obbligo fare se vogliamo che il nostro Paese interrompa la flagranza criminale in cui si trova da troppo tempo per le condizioni inumane e degradanti nelle nostre carceri e per le condizioni della nostra Giustizia, massacrata dall’insopportabile zavorra della sua decennale “irragionevole durata dei processi”.
L’8 ottobre scorso, nel suo Messaggio alle Camere, il Presidente Napolitano, dopo aver ricordato tutta una serie di misure legislative e amministrative da perseguire congiuntamente, scriveva:
 
(…) “Tutti i citati interventi – certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione – appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea.  Ritengo perciò necessario intervenire nell’immediato (il termine fissato dalla sentenza “Torreggiani” scadrà, come già sottolineato, il 28 maggio 2014)con il ricorso a “rimedi straordinari”.”(…)
Il 22 novembre scorso, la Corte Costituzionale, nel depositare le motivazioni della sentenza n. 279/2013, riferendosi alla sentenza Torreggiani e alla scadenza del 28 maggio 2014 dalla Corte EDU, scriveva:
(…) “È da considerare però che un intervento combinato sui sistemi penale, processuale e dell’ordinamento penitenziario richiede del tempo mentre l’attuale situazione non può protrarsi ulteriormente e fa apparire necessaria la sollecita introduzione di misure specificamente mirate a farla cessare.” (…)
 
Insomma, NON C’E’ PIU’ TEMPO, un provvedimento di AMNISTIA e di INDULTO è strada obbligata se vogliamo smetterla con le torture di Stato in carcere e con la Giustizia negata, perché troppo “irragionevolmente” lunga.
La proposta di Marco Pannella di Marciare il giorno di Natale da San Pietro alla Sede del Governo a Palazzo Chigi, vede formarsi in queste ore un autorevole Comitato di promozione della Marcia.
Perché partiamo da San Pietro, cioè dalla sponda destra del Tevere?  “«Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella», «è dentro con loro, anche lui è un carcerato” – Non solo perché Papa Francesco ha pronunciato frasi così significative incontrando i cappellani penitenziari  ma, soprattutto, perché proprio all’inizio del suo mandato ha fattodue gesti concreti: ha abolito l’ERGASTOLO all’interno dello Stato Vaticano e ha introdotto nell’ordinamento dello stesso il REATO DI TORTURA, cosa che in Italia ancora non si è fatta a distanza di venti anni dalla firma della Convenzione ONU.
Perché arriviamo davanti a Palazzo Chigi? Per aiutare il Governo e la Ministra Annamaria Cancellieri a svolgere un ruolo di impulso, attivo, nei confronti di un Parlamento, che sembra aver lasciato cadere nel vuoto il messaggio di Napolitano. D’altra parte, a giugno, era stata proprio la guardasigilli a dire “L’amnistia è imperativo categorico morale. Dobbiamo rispettare la Costituzione”.
Primo elenco dei promotori della Marcia di Natale
Don Antonio Mazzi, fondatore delle comunità Exodus
Don Ettore Cannavera, Presidente dei cappellani penitenziari sardi
Eugenio Sarno, Segretario della Uil penitenziaria
Luigi Manconi, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato
Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone
Marco Arcangeli, Presidente Camere Penali di Rieti
Salvo Fleres, già Garante dei diritti dei detenuti per la Regione Siciliana,
Angiolo Marroni, Garante diritti dei detenuti della Regione Lazio
Stefano Anastasia, presidente onorario Associazione Antigone
Sandro Gozi, deputato Pd, doppia tessera radicale
Valerio Spigarelli, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI)
Ristretti Orizzonti
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Giovedì 22 novembre 2012 alle ore 12.45, in occasione dei quattro giorni di mobilitazione nonviolenta per il diritto di voto ai cittadini detenuti, l’associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi” organizzerà un sit-in nonviolento all’esterno del carcere di Sollicciano.

Invitiamo i partecipanti a portare una pentola o simile perché durante l’evento, per circa 15 minuti, improvviseremo una battitura all’esterno dell’istituto penitenziario.

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Questa mattina una rappresentanza dell’Associazione “Andrea Tamburi” ha fatto visita al garante cittadino dei detenuti, Franco Corleone, per approfondire la tragica situazione in cui versa il carcere di Sollicciano e per mettere in atto, sinergicamente, una serie di iniziative volte a sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica sulle disumane condizioni in cui versano le nostre carceri.
Alcuni di noi (tra cui il sen. Marco Perduca, Maurizio Buzzegoli, Emanuele Baciocchi e Rosa A Marca) condurranno per alcuni giorni un’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame per sostenere le richieste della rete dei garanti cittadini e regionali delle persone recluse che la scorsa settimana hanno avanzato al Governo ed al Parlamento una serie di modifiche e nuovi provvedimenti legislativi con l’obiettivo di risolvere una realtà giunta da tempo al collasso.
Ad avvalorare questa stretta vicinanza e la necessità di intervenire (nel nostro piccolo) sono le notizie che ci arrivano dal carcere: infatti, proprio mentre era in atto quest’incontro con Franco Corleone, giunge la notizia che un detenuto di 47 anni si è tolto la vita nel carcere di Sollicciano (era recluso nel drammatico reparto di cura e custodia) e quasi in contemporanea avveniva un’altro suicidio nel carcere di Prato. Due vittime in poche ore, a pochi chilometri di distanza.
Parallelamente, dalla mezzanotte di oggi, anche la deputata radicale Rita Bernardini e la segretaria dell’associazione radicale “Il Detenuto Ignoto”, Irene Testa, hanno iniziato uno sciopero della fame che alterneranno allo sciopero della sete per ribadire la necessità di un provvedimento di amnistia, per porre subito fine all’illegalità in cui versa la giustizia italiana e la sua appendice carceraria. Un’azione nonviolenta che proseguirà ad oltranza,in risposta alla “resa di Stato” di fronte alla bancarotta del sistema giustizia e alla mancanza di Stato di diritto cui si assiste quotidianamente in quelle moderne catacombe che sono diventate le prigioni italiane: “per non doverci sentire come quando c’era chi non voleva vedere i campi di sterminio e girava la testa dall’altra parte”, come ha più volte affermato Marco Pannella.
Infine, dall’ultima riunione, è emersa la decisione di far sottoscrivere ai cittadini un appello da rivolgere, appunto, alle Istituzioni.
Chi volesse aderire allo sciopero della fame, o ricevere i moduli per la raccolta delle firme, può contattare Maurizio ([email protected]) o Emanuele ([email protected]).

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